Qualche settimana fa, abbiamo appreso che Huawei installa un tipo particolare di software sui suoi smartphone che rileva quando viene condotto un test benchmark. Quando viene eseguita un’applicazione di benchmark, lo smartphone spinge la sua potenza di elaborazione oltre il limite per fare in modo che il punteggio diventi più alto rispetto a quando sarebbe in condizioni normali.
Il problema non sta tanto nel fatto che tali smartphone sottoposti a benchmark non arrivino alla potenza mostrata quanto nel fatto che è impossibile per le CPU e le GPU mantenere un carico di lavoro al 100% senza andare in surriscaldamento e quindi abbassare la frequenza di clock per evitare danni.
I risultati di un nuovo studio condotto da un gruppo di ricerca di TECH2 suggeriscono che anche Oppo sta gonfiando artificialmente i punteggi benchmark degli smartphone utilizzando la stessa tecnica.
I test dell’azienda sono stati effettuati sui seguenti smartphone:
- Honor 10
- Huawei P20 Pro
- Nokia 7 Plus
- OnePlus 6
- Oppo Find X
- Pocophone Poco F1
- Realme 1
- Realme 2
- Redmi Note 5 Pro
- Samsung Galaxy Note 9
I benchmark che vedete nelle immagini non sono stati eseguito con l’app UL Benchmark disponibile sul Play Store (in quanto riconoscibile dal software Huawei e Oppo) ma con una versione privata fornita solamente ai produttori.
I risultati in nero rappresentano i punteggi raggiunti con la versione disponibile sul Play Store dell’app per benchmark mentre quelli in giallo sono quelli ottenuti usando la versione privata.
Come potete vedere, le differenze sono enormi per gli smartphone di Huawei e Oppo, cosa che non capita quando si prendono in considerazione smartphone di altri produttori.