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Google: grossa novità a tutela della privacy di chi usa Maps, Ricerca, Assistant e smart speaker

Redazione 08/08/2020
Google servizi privacy

Vi siete mai chiesti come fa Google a mantenere servizi come Maps, Ricerca e Assistant totalmente gratuiti? Ovviamente c’è di mezzo la pubblicità che serve a finanziarli ma forse non tutti sanno che Google trae un vantaggio diretto più i suoi servizi vengono usati, a discapito della privacy. 

Navigare presso un indirizzo specifico tramite Maps oppure eseguire una ricerca attraverso Google oppure ancora utilizzare Assistant per chiedere qualcosa non fa altro che far accrescere la conoscenza che Google ha su di noi. Inoltre, relativamente a tutti i prodotti e servizi che richiedono l’utilizzo dei comandi vocali, Google utilizza di default le registrazioni dei nostri audio per “addestrare” i propri sistemi e migliorarne il riconoscimento vocale. Di fatto, ci utilizza come parte del suo sistema di machine learning.

Su questo non c’è assolutamente nulla di sbagliato e, soprattutto, Google specifica come utilizza i dati che raccoglie su di noi nel momento in cui ci mostra i “Termini di Servizio” prima di utilizzare un suo prodotto.

Ma Google sa benissimo che in questi tempi la privacy degli utenti conta come non mai e che sempre più persone si stanno interessando a modi per limitare la raccolta dati su di essi (sia che siano cookies che altro).

Google Maps

Per rafforzare la propria immagine agli occhi del pubblico e per essere più trasparente agli occhi degli enti regolamentatori, Google ha deciso di disattivare di default a tutti gli account la registrazione audio quando si utilizzano i suoi servizi. Questo significa che il file audio viene analizzato, compreso e interpretato dai sistemi di Google per fornire una risposta consona ma non vi è la memorizzazione in nessun server.

Gli utenti possono comunque decidere di permettere a Google di salvare gli audio e quindi aiutarla a migliorare i suoi servizi. Il tutto può essere fatto direttamente dalla pagina “Gestisci Il Tuo Account” raggiungibile cliccando sull’immagine profilo presente in qualsiasi app Google su smartphone.

Per meglio spiegare la decisione presa e per rassicurare le persone su come utilizza i dati raccolti, Google ha pubblicato anche un video su YouTube che vi mostriamo qui di seguito.

Dal video apprendiamo che nel processo di revisione degli audio sono coinvolti anche degli esseri umani. Non sapevamo che Google avesse utilizzato delle persone nel suo processo fino a quando la pratica non è stata segnalata da VRT NWS lo scorso luglio, il quale è stato in grado di ottenere migliaia di campioni che contenevano qualsiasi cosa, dalle richieste banali di ristoranti a dati sulla posizione molto personali e, in in alcuni casi, conversazioni private e attività registrate dagli smart speaker mentre rileva erroneamente le hotword “Hey Google” o “OK Google”.

Google ha tolto le persone da questo processo di revisione alla luce del rapporto pubblicato e ha promesso di tenerle fuori fino a quando non sarà in grado di “riconfermare” le impostazioni vocali e le attività degli utenti.

VIA

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