Se avessi un euro per ogni iPhone 5 distrutto in confronti più o meno improbabili con altri top di gamma, ora avrei le tasche molto più piene. Valutare la resistenza effettiva di un terminale che è composto da migliaia di parti differenti, materiali differenti e forme differenti non è per niente semplice e se a volte i drop test possono essere interessanti almeno per farsi un’idea sull’insieme del terminale, vanno comunque presi con “le pinze“.
Il punto fondamentale è che ogni parte dei nostri dispositivi ha un punto critico diverso, il display è delicato se cade di taglio, la scocca urta di piatto, i bordi se colpiscono il pavimento all’alto verso il basso e tutto questo insieme fa sì che effettuare un test “scientifico” sulla resistenza di un terminale sia quasi impossibile.
Poco importa il tentativo di rendere la caduta casuale, casuale non è, e comunque se proprio vogliamo essere puntigliosi, che ci piaccia o no, in una caduta “casuale” interviene sempre il “fattore C“, quello ti permette di sollevare il terminale dopo un volo di diversi metri e trovarlo senza un graffio o prenderlo dopo una caduta sul tappeto da pochi centimetri e trovarlo con il display distrutto e questo fattore non è misurabile scientificamente.
Insomma potrà anche essere quasi divertente osservare questi drop test ma il mio consiglio è sempre quello di penderli con le dovute cautele e valutarli per quello che sono: test privi di fondamento scientifico e utili come una limonata contro il mal di testa (magari ti passa ma non è detto che sia grazie alla limonata).