Ora direte, cosa c’entra questo articolo con un blog Android? Bene, domanda lecita:
Dal 23 marzo 2010 è entrata silenziosamente in vigore una legge che riguarda direttamente tutti i dispositivi dotati di memoria ergo anche i nostri amati smartphone e consiste in sintesi in una sovrattassa per la “capienza” espressa ovviamente in Gb o Mb. Per coloro che vogliono approfondire meglio l’argomento ecco il comunicato ufficiale dal sito del Ministero dei beni culturali:
Il Ministro per i beni culturali Sandro Bondi comunica che, in esecuzione della legge sul diritto d’autore, ha firmato il decreto di rideterminazione del compenso per “Copia privata”, che la legge già prevedeva in via provvisoria.
La determinazione interviene a più di sei anni di distanza dal decreto legislativo n. 68/2003, che era stato emanato in attuazione della normativa comunitaria.
Il decreto è stato adottato a conclusione di una lunga e complessa istruttoria che ha visto la partecipazione di tutte le categorie interessate.
Esso individua un punto di equilibrio tra il riconoscimento del compenso che è dovuto a chi crea opere dell’ingegno e le esigenze, altrettanto importanti, degli utenti e del settore dell’innovazione e sviluppo tecnologico.
Poiché si tratta di un settore in rapidissima evoluzione, sarà costituito un tavolo di lavoro, cui parteciperanno tutti i soggetti interessati, chiamato a monitorare l’evoluzione del mercato dei supporti e degli apparecchi assoggettati a compenso, anche ai fini dell’aggiornamento triennale del decreto.
In pratica ecco la tabella delle sovrattasse applicate a tutti i supporti di memoria italiani:
Dopo questa digressione passiamo all’argomento di questo articolo. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha bocciato l’interpretazione che il Governo italiano ha dato dell’equo compenso. In sintesi questo compenso tanto equo non è! Ecco la risposta ufficiale da parte dell’UE:
[…] conseguentemente, l’indiscriminata applicazione dell’equo compenso, in particolare, in relazione a dispositivi o supporti distribuiti a soggetti diversi dai consumatori e evidentemente riservati ad usi diversi dall’effettuazione di copie private, è incompatibile con la disciplina europea contenuta nella Direttiva 2001/29 …
Vi ricordo inoltre che l’Italia è l’unico paese europeo in cui è in vigore questa “particolare” legge, ma del resto gli italiani sono abituati ad essere spennati come polli. Ci auguriamo tuttavia che dopo la sentenza ufficiale da parte dell’UE qualcosa finalmente si smuova in favore del consumatore.