Root. Parola inglese che significa letteralmente radice, ha assunto il significato di Cartella di Sistema in tutti gli ambienti Linux e, felici di ammetterlo, anche nel nostro robottino verde.
Questo termine l’avrete sentito un centinaio di volte. Fai il root qui, permanent root là, superuser, solo se sei root eccetera. Insomma, se sei un instancabile lettore di AndroidBlog.it ne avrai sicuramente sentito parlare e ti sarà forse nato il desiderio di provare a rootare il tuo dispositivo per poter modificare a fondo il sistema con tante tante chicche!
E’ necessario tuttavia fare un distinzione in quanto ” il root” o meglio ottenere i permessi di root (l’amministratore del sistema) può essere fatto attraverso due modi: Temp-Root o Perm-Root.
Temp-Root o Root Temporaneo
Questa modalità per ottenere i permessi di SuperUser è chiamata temporanea proprio perché sarà disponibile solo fino al prossimo riavvio del telefono. Dopodiché dovrete, se volete, ri-effettuare la procedura. Tutto ciò piacerà molto a quegli utenti che vogliono provare l’ebrezza di utlizzare app che hanno una marcia in più rispetto alle altre. Sto parlando di Titanium Backup, Adfree Android, Wireless Tether, Root Explorer, MyBackup Root e tante altre. Di fatti, nonostante la faccenda non sia molto chiara, ottenere i permessi di root andrebbe a invalidare la propria garanzia. Nulla vieta di rimettere tutto a posto prima di spedirlo alla casa madre, ma non si sa mai 😉
E’ bene però sottolineare che non tutte le applicazioni che richiedono i permessi di root funzionano con questo metodo.
Perm-Root o Root Permanente
Questa è la forma più completa di Rooting del vostro device. Permette, una volta fatta, di avere i permessi di amministratore per sempre anche dopo un riavvio. Questa è la parte che piace più di tutte agli hacker amatissimi di XDA che lavorano sul Bootloader e sul kernel dei nuovi dispositivi cercando delle falle nel codice (exploit) per ottenere tali permessi. Ci sono terminali, come Nexus One e Nexus S, che per essere rootati necessitano di un banale comando digitato dal pc, ci sono altri, come il Galaxy S o l‘Optimus One, che richiedono semplicissime operazioni tramite alcune applicazioni (Z4-root), altri invece sono decisamente molto più complessi, come la nuova gamma HTC, Desire HD e Z, che integrano un sistema che cancella ogni modifica fatta ai file di sistema ad ogni riavvio.
Ora che siete abbastanza coscienziosi su cos’è e cosa non è il root vi si aprirà un nuovo mondo, quello delle custom ROM. Si tratta di firmware, ossia il sistema operativo, modificate e, in genere, migliorate dai cosiddetti cuochi. In genere tali ROM migliorano le prestazioni, modificano il tema, mettono a disposizione dei tweak per velocizzare la reattività. Insomma tutto questo è il bello di Android.
Se questo articolo vi ha attirato o incuriosito direi di dare un’occhiatina qui. Non avete neanche idea di quanto ben di Dio sia racchiuso in quelle pagine