Sicuramente molti di voi useranno WhatsApp per scambiare messaggi con gli amici, essendo la più famosa app proprietaria cross-platform per instant messaging. L’applicazione è veloce, comoda e permette anche un risparmio notevole sull’invio di sms. Pare però che la versione più recente di WhatsApp, pur avendo diversi sistemi di criptazione, utilizzi i codici IMEI del terminale su cui è in esecuzione, come password.
Per quanti di voi non lo sapessero (anche se credo che saranno davvero pochi) l’IMEI o International Mobile Equipment Identity, è un codice numerico che serve ad identificare uno smartphone, o un altro terminale, in maniera univoca.
Il punto centrale della questione è che il codice IMEI è facilmente identificabile e non segreto. Perciò parrebbe non avere molto senso l’utilizzo di un codice numerico di facile reperibilità come elemento portante per l’autenticazione dell’utente (in questo caso come perno di tutta la criptazione dei dati).
Chi per curiosità volesse conoscere il proprio IMEI, può digitare *#06#.
Fonte: Samgranger.com