Fin dai suoi albori il sistema operativo Android aveva la grande caratteristica di avere una limitata richiesta di risorse hardware, caratteristica che aveva consentito di sfruttare tutte le sue potenzialità anche su terminali estremamente “poveri” in termini di potenza di calcolo.
Ricordo ancora quando sul mio HTC P3650 Polaris girava con relativa fluidità Android Donut prima ed Eclair dopo e se consideriamo che aveva ancora un display resistivo (per capire quanto eravamo lontani dallo sviluppo attuale) oltre ad un hardware che oggi non troviamo neppure nel microonde, c’era quasi da gridare al miracolo!
Provare oggi a far un porting delle ultime versione di Android su terminali di fascia bassa è molto più che un azzardo, persino le custom rom tipo CyanogenMod spesso arrancano e non consentono un pieno utilizzo dei dispositivi e a mio parere si è persa un po’ la filosofia che era alla base di Android.
C’è poco da fare, Android Jelly Bean con un processore single core non rende, puoi ottimizzarlo quanto vuoi e a questo punto c’è una domanda che mi attanaglia: non sarebbe meglio sviluppare le versioni di Android su dispositivi di fascia media così da ottenere un più lineare livello prestazionale?
Mi spiego, se il telefono di punta di Google fosse un single-core con 512mb di ram e Android si comportasse come si comporta ora sul Nexus 4 i telefoni di fascia bassa potrebbero garantire ottime performance anche con eventuali customizzazioni dei produttori mentre quelli di fascia alta sarebbero realmente “degli aerei”.
Sviluppando il sistema su un quad-core le limitazioni per gli altri sono troppe, lo stesso Nexus S non viene aggiornato a Jelly Bean 4.2 per colpa dell’hardware eppure non sarà più un top di gamma ma ha comunque caratteristiche considerabili “decenti” e se penso a come andava Gingerbread 2.3.6 su questo terminale mi viene il dubbio sulla strada intrapresa da Google.
Quando l’anno scorso Google presentò il Galaxy Nexus rimasi positivamente sorpreso nell’apprendere che aveva un hardware “normale” eccenzion fatta per il display perché questo di fatto consentiva a più dispositivi di sfruttare le potenzialità dell’allora Ice Cream Sandwich.
Siamo onesti sul pc da cui scrivo c’è un hardware nettamente inferiore a quello presente sul mio Samsung Galaxy Note2 eppure fa il suo dovere e il sistema operativo che utilizzo (Linux) non è assolutamente ottimizzato per questa macchina.
Quella di vedere una versione Lite di Android o meglio ancora uno sviluppo più pragmatico è una speranza per non far morire il mercato dei dispositivi di fascia medio-bassa e mantenere i costi dei terminali su livelli più accettabili.