Man mano che gli smartphone sono in grado di eseguire più azioni e quindi sostituire più oggetti di uso quotidiano (c’è chi li usa anche in sostituzione del PC), è chiaro che le risorse energetiche richieste aumentano di conseguenza. Da questo punto di vista è interessante vedere come la capacità energetica delle batterie degli smartphone, in relazione al volume occupato fisicamente, è cresciuta dal 2000 a oggi.
Quello che vedete è un grafico molto interessante che ha preso in considerazione i dati sulla capacità energetica delle batterie in relazione al volume dei 50 feature phone e smartphone più popolari degli ultimi 17 anni.
Analizzando il grafico notiamo che il primo vero step in avanti lo si è avuto nel 2007, ovvero quando l’iPhone è arrivato sul mercato. Con l’unica stagnazione fra il 2009 e il 2010, la capacità energetica è cresciuta sempre man mano che la potenza degli smartphone (e le loro dimensioni) diventavano superiori.
Nel 2017 trend si è invertito
Il secondo grande passo in avanti lo si è avuto nel 2013 per culminare poi nel 2016. Stranamente la tendenza, per la prima volta in 17 anni, si è leggermente invertita, con le batterie dei top di gamma del 2017 che occupano un minor volume all’interno della scocca rispetto a quelle dei top di gamma del 2016.
La motivazione non però tanto difficile da trovare: nonostante la corsa allo smartphone più sottile sia terminata un paio di anni fa, adesso l’obiettivo è quello di renderli più compatti, eliminando quante più cornici possibili attorno al display. Chiaramente alla riduzione delle dimensioni corrisponde anche un minor volume interno, il che non lascia molto spazio per l’inserimento di batterie di grandi dimensioni.