Nel momento in cui WhatsApp ha introdotto la crittografia end-to-end, gli utenti si sono suddivisi fra quelli che pensavano fosse una cosa molto importante per preservare la privacy di ogni singolo messaggio e quelli che pensavano che questo livello di sicurezza sarebbe andato contro la società permettendo ai malintenzionati di trarne vantaggio.
La questione crea ancora molte discussioni ma, attraverso le parole di Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook, apprendiamo quale sia la visione di Facebook circa l’efficacia della crittografia di WhatsApp verso i terroristi che ne fanno uso:
L’obiettivo per i governi è di ottenere più informazioni possibili, e così quando ci sono servizi criptati come WhatsApp il messaggio stesso è criptato ma non i metadati. Questo significa che quando mi invii un messaggio noi (inteso come Facebook) non sappiamo cosa dice il messaggio ma sappiamo che mi hai contattato.
Per WhatsApp meglio un uovo oggi che una gallina domani
Insomma, in parole povere è meglio ottenere delle informazioni parziali su chi ha inviato i messaggi e chi li ha ricevuti che rischiare che queste persone cambino servizi e utilizzino app protette da sistemi crittografici che non consentono la lettura nemmeno dei meta dati.
Sandberg ha affermato anche come siano ben 4500 le persone al lavoro per contrastare i terroristi che usano il servizio, con molte altre in arrivo.
Voi che cosa ne pensate a riguardo? Secondo voi è meglio acquisire anche parziali informazioni su questi messaggi oppure sarebbe di aiuto rimuovere del tutto il sistema di crittografia?