Continua la grande battaglia mediatica fra le case discografiche ed il servizio di streaming più diffuso al mondo, ovvero Spotify. Ovviamente al centro di tutto vi è il servizio gratuito (finanziato dalle pubblicità) attraverso il quale Spotify permette l’ascolto di tutta la libreria musicale senza particolari restrizioni: ciò fa sì che la maggior parte degli utilizzatori del servizio non si abboni.
Nel prossimo futuro però le cose potrebbero un po’ cambiare con le case discografiche che, all’atto della ri-negoziazione degli accordi commerciali, potrebbero aver ottenuto un vantaggio rispetto ad ora: alcuni album rimarranno esclusivi di coloro che hanno pagato l’abbonamento.
In questo caso si verrebbero a creare due librerie distinte e separate:
- La prima, accessibile da chiunque, con un catalogo di novità limitato (pensiamo che le restrizioni si applicheranno solo alle novità);
- La seconda, accessibile solamente agli iscritti al programma Premium, ricca anche di tutte le novità del momento.
Spotify e le case discografiche non hanno ancora raggiunto un accordo esatto
C’è da dire che ancora non è stato deciso niente e, anche se così fosse, ci troveremmo a mesi di distanza dai primi effetti di questo cambiamento. Certo è che le case discografiche, dai tempi di Steve Jobs ad oggi, hanno avuto da un lato un maggior numero di modi di veicolare la propria musica (una cosa positiva) ma dall’altro anche delle concessioni da fare con conseguente riduzione degli introiti.
Il 2016 è stato senza dubbio un anno che, dal punto di vista dello streaming musicale, lo ricorderemo per le battaglie a colpi di esclusive fra i vari servizi di streaming. Chissà che cosa avrà in serbo per noi il 2017.