OpenSignal è una società specializzata nella mappatura delle reti dati, per conoscere la potenza di segnale a disposizione in ogni punto. Ogni città, paese e piccolo centro italiano risponde a determinate esigenze, con una copertura sempre differente da parte dei carriers nostrani, alcuni dei quali già impegnati nell’implementazione dei nuovi ripetitori 4G. Con la collaborazione degli utenti che installano la loro app, ha pubblicato un report riguardo la frammentazione Android (differenziazione, secondo Eric Schmidt, presidente di Google) di Android ad Agosto 2014. Punto di debolezza ma anche di forza, Android oggi lo troviamo su 18.796 modelli diversi nel mondo. Rispetto ad agosto 2013, il numero di singoli modelli di device dotati di sistema operativo Android è aumentato del 60%. Quello che ne esce, più nel dettaglio, è che il 43% di tutti i dispositivi Android è prodotto da Samsung, che domina nonostante una lieve retrocessione rispetto allo scorso anno (era il 47,5%) . Il prodotto Samsung più popolare, nonostante l’età, resta il Galaxy S3. Subito dietro Samsung troviamo LG, Sony e Motorola con LG G2, HTC One M7 e Moto G (grandissimo successo di questo smartphone entry level di ”fascia alta”) nelle due varianti XT1032 e XT1033. Le case cinesi ZTE, Lenovo, Huawei, Oppo, Xiaomi stanno crescendo in modo considerevole. Giovanissima azienda cinese fondata soltanto 4 anni fa, Xiaomi è riuscita a scalzare in breve tempo colossi come Samsung ed Apple. Tutto ciò avviene in Cina, mentre alcune stime come quelle della Strategy Analytics parlano già di Xiaomi come quinto produttore di smartphone al mondo. Questi produttori hanno saputo creare le giuste aspettative con un marketing aggressivo e prezzi capaci di far gola a tutti. Grande diffusione per la linea Nexus. I dispositivi della serie Nexus non hanno personalizzazioni al sistema operativo Android. Questi dispositivi sono i primi a ricevere aggiornamenti ufficiali OTA (over-the-air) e vengono seguiti, a partire dal Nexus S nell’Android Open Source Project (AOSP). C’è anche da considerare che Google dispone di appena cinque modelli; il Nexus 5, in particolare, insieme a Moto G, è tra i primi device non-Samsung più diffusi. Il fatto che ci siano dispositivi Android per ”tutte le tasche” implica che lo sviluppo per dispositivi molto diversi tra loro è dispendioso e complicato. Tuttavia, la frammentazione è in parte quello che rende grande Android. Parliamo della libertà dei produttori di immettere sul mercato telefoni di tutte le fasce di prezzo e con prestazioni differenti, starà poi all’utente scegliere il telefono che più si addice alle proprie esigenze e alla propria disponibilità economica. Ed è sempre merito della frammentazione Android se gli smartphone si stanno diffondendo anche nelle aree meno ricche del pianeta. La frammentazione Android non riguarda solo i diversi modelli di smartphone diffusi sul mercato, ma anche la versione dell’OS in essi presente. Nei Paesi con redditi superiori a 20 mila dollari all’anno le ultime versioni del sistema operativo sono più diffuse. Viceversa, nei Paesi più poveri prevalgono, ovviamente, le release meno recenti dell’OS.
Una crescita quella di Android 4.4 KitKat molto rapida negli ultimi mesi – grazie anche ai produttori (non tutti) che sono riusciti a fornire gli aggiornamenti con maggiore facilità – ma che non riesce a imporsi del tutto in quanto viene ancora preferito Jelly Bean nelle sue varie release (soprattutto nei device con processore Mediatek). Notiamo dal grafico sopra come nel mondo Apple il 91% degli utenti di iPhone e iPad sta utilizzando l’ultima versione disponibile iOS 7. Solo l’8% usa un dispositivo con installato iOS 6 mentre le versioni precedenti contano per meno dell’uno per cento.
Dai grafici in alto si evince come la frammentazione Android sia molto più marcata anche per quanto riguarda le dimensioni dei display. Questo influisce anche sull’ottimizzazione delle app per i due sistemi operativi, che è migliore su iOS. Via