Manca poco ormai al lancio effettivo di BlackBerry 10, il nuovo OS di RIM pensato e sviluppato per l’interazione con smartphone touchscreen, assieme anche a nuovi prodotti come il BlackBerry z10.
Ovviamente le aspettative sono molto alte e il colosso canadese rimane altamente fiducioso del suo nuovo prodotto.
Certo è che, come dichiarato dal CEO a Die Velt (fonte The Verge), Research in Motion (RIM) sta valutando tutte le possibilità per risollevare le sorti di un’azienda in sofferenza fin dalla prima comparsa degli smartphone di nuova generazione.
Infatti BlackBerry 10 è il passo che RIM avrebbe dovuto fare fin dal lancio del primo iPhone, che ha decisamente cambiato le regole del gioco nel mercato degli smartphone, ma soprattutto che avrebbe dovuto fare osservando il grande sviluppo che Google con Android otteneva nel mercato mobile nel corso degli anni.
Una sorta di “miopia” forse, o semplicemente paura di andare a stravolgere e distruggere ciò che nel corso degli anni avevano sviluppato. Grave errore direi io, proprio per il fatto che quello che RIM probabilmente temeva di farsi da sola, le è stato fatto dalla concorrenza.
In questo modo si è creata una situazione in cui c’è grande fiducia nel nuovo progetto BlackBerry 10, ma manca la certezza. Sicurezza che ci sarebbe stata grazie alla fedele clientela business degli anni passati che però, per la staticità di RIM, ha in gran parte scelto altre soluzioni. Anche a questa utenza il vecchio BlackBerry non bastava più, volevano qualcosa di più entertainement che andasse oltre al mero utilizzo lavorativo.
Per questo motivo si stanno valutando varie opzioni per il post lancio di BlackBerry 10.
Una tra queste, a mio avviso assolutamente da non trascurare, è proprio quella di abbandonare il lato hardware del proprio ecosistema di prodotti, concentrandosi unicamente su quella che è invece la sfera software. Si tratterebbe infatti di seguire le orme di HP che, dopo l’acquisto di Palm, si è lasciata alle spalle la produzione di smartphone e tablet. Forse non propro come HP, dato che quest’ultima ha poi reso Open Source il proprio WebOS.
Si tratterebbe quindi, per quanto riguarda la canadese RIM, di vendere la divisione hardware e concentrarsi unicamente sullo sviluppo del proprio sistema operativo in sé e dell’ecosistema di servizi che orbitano attorno ad esso. In pratica appoggiarsi ad altre aziende concedendo in licenza il proprio OS.
Non è da vedere però come la situazione che Google ha creato attorno a sé fin dalla prima release di Android, dove il colosso di Mountain View fornisce il codice dell’OS in modalità opern source e dove i vari produttori vanno farci un po’ quello che vogliono.
Si tratterebbe più come quello che Microsoft ha fatto fin dalla nascita di Windows Phone. Un OS molto chiuso, che si presenta nello stesso modo a prescindere di chi sia il produttore del supporto hardware su cui è installato.
Ma poniamoci una domanda: potrebbe funzionare come soluzione? Facciamo qualche considerazione.
Se l’intento di dare in licenza il proprio OS fosse anche legato al fatto di sfruttare la forza congiunta del proprio nome con quello di un produttore affermato, direi assolutamente no.
BlackBerry è un marchio troppo affermato per poter essere scelto come software da installare su un proprio prodotto, parlando dal punto di vista del produttore intendo. Certo, anche Microsoft e Windows (Phone) sono brand forse ancor più forti, ma si tratta comunque di brand legati (fino a prima del Surface) unicamente al lato software e quindi sentiti come marchi di “qualcosa installato su un prodotto di qualcun’altro“. BlackBerry invece per il pensiero comune può non significare affatto BlackBerry OS, ma semplicemente gli smartphone prodotti da RIM. Si tratta quindi di un marchio fortemente legato anche al concetto di prodotto hardware, prodotto fisico, che potrebbe creare un forte disorientamento nel consumatore che si troverebbe davanti un (ipotetico, tanto per fare un esempio) HTC con un bel marchio BlackBerry 10 sopra la posto della scritta Windows Phone. Disorientamento che sarebbe totalmente a danno del produttore del device.
Se invece l’intenzione di RIM con l’ipotetica mossa di vendere la divisiona hardware fosse semplicemente di togliersi un peso in una situazione di difficoltà, sia dal punto di vista finanziarsio che dal punto di vista strategico per potersi concentrare su ciò che ritiene più importante (il software), direi un “può darsi”.
Si tratterebbe di una situazione particolare, dove il device viene prodotto su commissione da terze parti, da un produttore che magari rimane totalmente anonimo (non che non si sappia chi sia, ma che non apporti il suo marchio sul device) e dove l’unico brand in evidenza sia BlackBerry e/o RIM. In questo caso l’azienda canadese non risolverebbe però nessun problema dal punto di vista competitivo, ma semplicemente andrebbe a taglare i propri costi. Pura scelta strategico-operativa: Make or Buy.
Poi c’è l’ultima opzione: RIM lancia BlackBerry 10 e i nuovi device. SUCCESSO! Il mercato risponde bene e le vendite riprendono erodendo quota alla concorrenza Android, iOS e Windows Phone. L’azienda decide che non c’è bisogno di abbandonare niente e mantiene interna la produzione dei propri device BlackBerry OS.
Voi come vedete questa situazione? Come la pensate?
Dite la vostra sotto nei commenti…