Sapevamo tutti che la risposta sarebbe arrivata. Google a maggio ha presentato Google Music e dopo solo un mese, Apple ha risposto con iCloud. iCloud è qualcosa di più che “solo musica” perchè è anche documenti, applicazioni, foto. Google ha già delle soluzioni pronte per contrastare iCloud, anche se non tutte riunite in un unico servizio come quello di Apple.
La musica è però il punto fondamentale, ed in questo Apple è ancora decisamente in vantaggio. Sfruttando la propria libreria iTunes, che è immensa, la necessità disincronizzare la musica con iCloud è per lo più inutile. iTunes può abbinare i brani sui propri server con quelli già presenti nella libreria per lo streaming. Eppure, c’è anche la possibilità di caricare la propria musica. Un altro pesantissimo punto a favore di Apple è la possibilità di acquistare musica. Google spera di implementare funzionalità simili, ma dopo i colloqui falliti con le case discografiche, BigG si limita ad offrire un modello di storage basilare. Onestamente pare che Google Music abbia ancora molto lavoro da fare, se spera di insidiare iTunes e iCloud. Apple nel frattempo potrebbe essere occupata a scopiazzare gli elementi dell’ interfaccia di Android, ma i rapporti che ha con le etichette musicali ed il gran numero di utenti su cui può contare, saranno un grande scoglio per Google. BigG dal canto suo, deve continuare a perseguire l’idea di creare proprio un negozio di musica online. Di sicuro, per quanto possa essere complicata la questione, i rapporti con le case discografiche saranno determinanti per lo sviluppo di Google Music ed il conseguente confronto con iCloud. Forse Google avrebbe dovuto pazientare ancora un po prima di lanciare il suo servizio Music e, forse, studiare una strategia più efficace.
Via | phandroid