La musica ci tiene compagnia in diverse circostanze e pensare di farne a meno è davvero improponibile. Da vent’anni fa ad oggi i supporti tecnologici che ci permettono di ascoltare la musica sono cambiati davvero un bel pò. Dai classici “mangia cassette” ai “cd” fino arrivare ai lettori mp3 ed i cellulari che attraverso le loro microSD possono contenere centinai, se non migliaia, di tracce audio.
Eppure, anche queste ultime “novità” ormai sono sorpassate. Il mondo della musica si trova direttamente sui nostri smartphone senza più bisogno di tenere impresse nella memoria i file. Ultimamente, grazie ad un applicazione creata da Google, Google Play Music, prima per l’America e adesso arrivata anche nel nostro paese, possiamo ascoltare la nostra musica in streaming attraverso lo smartphone o il tablet.
Attraverso il Play Store si possono acquistare album interi e memorizzare fino a 20.000 tracce su Cloud gratuitamente.
Ma Google non ha certo piazza libera nel mercato della musica online. Anzi, Amazon MP3 uscì ancor prima di Google Music in Italia – anche se in verità si tratta di sole poche settimane d’anticipo – e tutt’oggi vanta di un discreto successo. I suoi utenti comprano file musicali o interi brani oltre che ascoltare le tracce in streaming.
Ciò che possiamo fare su Google Play Music e Amazon MP3 non è molto diverso, possiamo ascoltare musica, acquistarla e memorizzarla.
Sia Amazon Mp3 che Google Play Music sono applicazioni create per Android, ma attraverso il sito web è possibile utilizzarlo sia sul PC che il Mac.
L’acquisto può essere effettuato in pochissime tappe ed i brani tra cui scegliere sono davvero moltissimi. Chi scegliere tra Google Play Music e Amazon MP3? Non siete costretti ad effettuare una scelta, potete utilizzare entrambi e prendere il meglio delle due applicazioni.
Google in più permette di memorizzare un numero maggiore di brani mentre Amazon ha dei prezzi decisamente più convenienti. Sfruttate entrambe le strade per avere il meglio della musica online!
È arrivato ora il momento di parlare del mitico Spotify, un’altro metodo per ascoltare la musica on demand, ma che si differenzia in qualche particolarità da Amazon Mp3 e Google Play Music.
Nato in Svezia nel 2010 e approdato recentemente sui nostri dispositivi Android, ci permette di ascoltare tutte le tracce audio direttamente in streaming attraverso la connessione internet Wi-Fi oppure un piano dati che ci permette di utilizzarlo senza consumare i MB disponibili.
La particolarità di Spotify è quella di non poter acquistare tracce audio. Si possono solo ascoltare dal database, ma non è da sottovalutare visto che contiene più di 20mila tracce audio ascoltabili da tutti i dispositivi e sistemi operativi. In questo modo non andiamo ad occupare memoria nel nostro smartphone o pc. Perché ha deciso di non permettere l’acquisto e la copia dei file audio? Semplicemente per non incrementare ulteriormente la già diffusa pirateria. Spotify infatti non è un applicazione gratuita, ma per usufruirne è necessario versare una quota mensile.
Vi saranno comunque due giorni di prova prima di decidere se abbonarsi o meno, in questo modo si potrà capire se l’applicazione fa al caso nostro.
Google ha deciso di inserire all’interno del suo Google Play Music una funzione pressoché identica, permettendo ai suoi utenti di abbonarsi ed avere accesso e milioni di tracce.
Quali sono i prezzi di questi abbonamenti?
Google permette ai propri utenti che ascoltano musica su Play Music di salvare sui propri dispositivi infinite tracce audio. È possibile anche acquistarle ed i prezzi per i singoli brani variano da 0,99centesimi a1,99€. Per quanto riguarda le compilation invece si possono trovare quelli più datati a 4,99€ mentre i più recenti a 9,99€. Sicuramente avere dei file audio non è bello quanto un CD originale, ma la convenzienza è certo un optional che non può essere ignorato facilmente.
Con Amazon invece è possibile acquistare fino a 250.000 brani all’anno si deve versare una quota pari a 24,99€ l’anno. Se invece vogliamo acquistare i singoli brani i prezzi variano da 99 centesimi per un brano singolo a 9.99€ per i brani più recenti. I brani più datati quindi è possibile reperirli a cifre davvero convenienti!
Spotify propone invece un abbonamento di una tipologia completamente diversa. Come già accennato in precedenza non permette di acquistare brani ma solo di avere accesso all’intero database ogni giorno. Con 9,99€ mensili è possibile fare tutto ciò che vogliamo.
Ma qual’è il vero problema di queste applicazioni? Semplicemente che i MB consumati giornalmente per scaricare poche tracce sono veramente troppo elevati per poterne fare un uso smisurato. In linea generale una traccia richiede 15-20 MB di utilizzo. I piani tariffari spesso non ne offrono più di 50 al giorno. Ecco che utilizzare con costanza uno di questi programmi porterebbe ad un disperdio di MB non indifferente.
Siamo arrivati al termine di questo articolo senza sapere ancora se abbonarsi a meno ad uno di questi servizi per ascoltare musica online, scaricarla oppure comprarla. La scelta sta a noi. Metodi classici di ascoltare la musica – ormai anche la cara e vecchia microSD rientra nella categoria – o approfondiamo la conoscienza con queste applicazioni?