Nei giorni scorsi si era già saputo tutto sul nuovo top di gamma Samsung, il Galaxy S4 e almeno a livello hardware durante la presentazione di ieri non ci sono state grosse sorprese. Personalmente mi aspettavo qualche innovazione saliente a livello software che però forse non c’è stata del tutto.
Se qualcuno (come me) si aspettava una rivoluzione è rimasto un po’ deluso, questo Galaxy S4 lo vedo più come una naturale (ma non sostanziale) evoluzione del suo predecessore, un processore più potente, più ram, fotocamere migliori, display più grande e risoluto. Proprio il display mi ha lasciato un po’ perplesso, perché aumentare ancora la dimensione non la reputo una scelta così azzeccata soprattutto considerando che proprio Samsung produce il “phablet” più apprezzato e venduto (il Note) e che quindi non aveva bisogno di spingersi oltre i 4.8 pollici dell’S3. Giustificabile solo dal punto di vista commerciale la scelta di (ri-) introdurre gli infrarossi per comandare un tv (Samsung).
Più interessante la parte software che pur non introducendo grandissime novità arricchisce l’esperienza d’uso del terminale, molto ricca la gestione della fotocamera che strizza l’occhio a caratteristiche già viste in alcuni concorrenti e che si evolve con l’utilizzo delle due fotocamere contemporaneamente e altre “chicche” più divertenti che interessanti.
Un’evoluzione c’è stata anche per le applicazioni casa, migliorata e aumentata la condivisione di file tra dispositivi e implementate le funzioni di ChatOn che sfida apertamente GTalk e Whatsapp introducendo videochat e traduttore simultaneo.
Finalmente anche Samsung ha capito che un terminale da 600/700 euro si deve poter utilizzare anche con i guanti e insieme a questa tecnologia ha inserito anche il “floating touch” che consente di non toccare neppure il display ma di utilizzare il dito come se fosse un puntatore del mouse, un po’ come si fa con S-Pen sui dispositivi che ne sono dotati.
Esteticamente devo dire che mi piace molto, pur mantenendo invariato il family feeling guadagna in eleganza e stile, purtroppo Samsung rimane legata all’amato policarbonato che se da un lato garantisce leggerezza e dimensioni contenute, dall’altra non dona quella sensazione di pregio che il vetro e l’alluminio invece danno.
Insomma il passaggio tra Galaxy S – Galaxy S2 prima e Galaxy S2 – Galaxy S3 dopo sembravano salti generazionali più netti e profondi rispetto a questo, rimane il fatto che è indiscutibilmente un gran terminale e che sarà sempre lui “l’uomo da battere”, io in tanto resto in attesa nel Galaxy Note 3.