Un titolo un poco ordinario creato per un articolo poco convenzionale, è nato da una discussione che da giorni imperversa tra chi è drogato di tecnologia e segue il mondo high tech al passo e cerca di capire da che parte stia andando. Una popolazione con una scimmia su una spalla che urla e sbraita come King Kong sull’Empire state building a New York, cerca risposte o almeno barlumi di certezza dopo 3 fiere tecnologiche con un sapore poco amaro dopo l’attesa folle.
Potrei dire che si tratti di un secondo Post-Jobs ma sentirei da lontano strani discorsi su come non sia possibile che un uomo, tra virgolette particolarmente capace nel marketing e non nella vera innovazione, condizioni un settore di mercato. Andiamo oltre e cerchiamo di capire il contesto.
Iniziamo con novembre 2011 e Android 4.0 sul Samsung Galaxy Nexus. Il nuovo OS sfavilla con tutte le sue feature su un dispositivo PURE Google Experience che primo tra tutto avrà supporto e aggiornamenti. Dimentichiamo subito che si tratti di un developer device e pensiamo all’uso da utente medio. Pensiamo tutti Google e Samsung portino avanti un prodotto fascia altissima con caratteristiche fuori dal comune.
Peccato ricordare una battuta che torna alla mente del lancio di Android 2.3 e Google Nexus S. Infatti non molto tempo fa la serie Nexus era un prodotto Google in cui l’OEM era una piccola dicitura nella scatola, non il contrario. Ma tornando alla battuta, stiamo parlando del momento in cui molti avevano storto tutto, dal naso alle unghie dei piedi, scoprendo che il Nexus S non fosse altro che una versione rivisitata del Samsung Galaxy S, dove molte erano le limitazioni anziché i pregi. Da parte di Google era giunta la seguente frase ” Considerate il Nexus S come una Concept Car“.
Come si fa a pensare che molti utenti comprino un prodotto instabile e non sviluppato per il mondo ordinario? La domanda non è da porre in questa maniera. Ritornando a poche righe sopra, stiamo sempre parlando del flagship device di un’azienda che sta puntando prima sugli sviluppatori: produce ogni anno un Nexus come developer device. Non vuol dire che abbia certamente dei bug preoccupanti ma che sia malleabile alle esigenze di chi voglia fare un di più rispetto allo standard o che debba fare dei test. Anche il Galaxy Nexus, che si chiama prima di tutto Samsung, soffre di questa malattia.
Finita questa lunga digressione, andando quasi off topic, il contesto odierno vede alcune problematiche su come comportarsi rispetto a persone che chiedono quale sia il prossimo device da acquistare e come comportarsi con gli aggiornamenti che stanno arrivando.
Quasi a riprendere i discorsi della serie Nexus di un attimo fa, sorge spontanea una logica: presentato l’update del sistema operativo su un dispositivo che poi si rivela instabile anche dopo 4 aggiornamenti (ufficialmente sappiamo che l’ultima release è la 4.0.4) e che alcuni produttori che stanno distribuendo lo stesso aggiornamento del sistema si stia rivelando più problematico del previsto.
Attualmente alcuni errori, come successi in casa Asus, sono da imputare a una non corretta ricompilazione dell’OS durante le fasi di finalizzazione dell’installazione: Google Plus risulta problematico durante il passaggio da Gingerbread/Honeycomb a ICS, causando i riavvii spontanei e instabilità.
Altra problematica è l’hardware che ne avrebbe dovuto beneficiare con l’hardware acceleration enabled. I produttori di CPU come Nvidia non stanno distribuendo driver aggiornati causando una disparità e non completa transizione nel nuovo OS. Come in alcuni casi sottolineato dal nostro Alessandro, il kernel alla 2.6 non è proprio la stessa cosa che avere la 3.0 come dovrebbe essere nella versione stock di Android. Recentemente il nostro Andrea “il Bulgaro” ha potuto toccare con mano sia il Transformer Prime che One X che montano entrambi un portentoso Nvidia Tegra3, alias Kal El, in cui il fatto risultava ancora presente. Sempre da questa esperienza dei prodotti quad core si vede come nonostante la parte non aggiornata risultino piacevoli nelle loro funzioni.
Oltre ad Android 4.0, che tarda ad arrivare o ad essere compresa dai produttori (pensiamo a Sony che ha lanciato Xperia S con Gingerbread e LG che ha diversi problemi con una folla infuriata per l’Optimus Dual), al momento vediamo anche produttori che ritardano i lanci.
La congettura è sempre la stessa: chi mostra per primo poi gli altri capiscono cosa copiare o come mettere meglio nel mercato i nuovi prodotti. Samsung docet.
Ma in questo 2012 dove risiedono crisi e maya, le scimmie tecnologiche urlano per l’indecisione o presunta tale. Cosa dire in un momento come questo?
Da alcune discussioni sorge sempre la seguente soluzione: aspettate maggio 2012 in cui tutti i maggiori saranno in produzione.
Per molti che guardano i vari volantini delle grandi catene o leggono le newsletter dei vari store online non risulta abbastanza convincente come argomentazione. Come fare ulteriormente?
Prima di tutto, come insegna Douglas Adams: DON’T PANIC!
Se siete arrivati a questo punto avete l’ansia di avere il nuovo strumento all’ultimo grido o che sia aggiornato alla sua versione più sgargiante. La vostra voglia di novità ha cavalcato un 2011 in cui tra gingerbread e honeycomb avete visto evolversi un mercato duplice, per non parlare del Chrome OS da lontano e di molti altri servizi che hanno avuto una vertiginosa ascesa. Un duello all’ultima feature tra Google e Apple, con il background dei vari produttori e di una certa Microsoft che si stava spolverando.
Ma questo periodo non è uno stallo! State tranquilli!
Tutti i produttori hanno mostrato cosa hanno in mente e il resto è ancora in lavorazione durante l’anno. Facciamo un poco di mente locale?
Iniziamo da Samsung che tanto ci delizia e ci tortura. Ha lanciato il Galaxy Nexus a Novembre 2011 e poco dopo il Galaxy Note, in compagnia dei Tab 7.0 plus, 7.7 e Tab2. Successivamente Galaxy Beam, Galaxy Mini2, Galaxy Ace next e Galaxy Note 10.1 tutti presentati o meno a Barcellona. Avremo a breve il Galaxy S 3 in qualche location solitaria.
Motorola ha lanciato prima il Razr con tutte le sue varianti, previste o meno per il mercato italiano, e Moto Actv. Il resto potrebbe essere la coppia MotoLuxe e Defy mini. Nel settore tablet ha portato Xoom 2 e Xoom Xyboard, la sua variante da 8″, entrambe con processori Texas a differenza del primo.
LG ha lanciato una gamma simile e diversa da quella già presente nel mercato, cancellando il settore tablet. Dovremo forse aspettarci una migliore gestione degli update e forse, dico forse, un tablet ma con meno pretese del precedente. Unico prodotto nuovo già sul mercato è il Prada-phone.
Asus quest’anno conferma la linea dei Transformer, non più Eeepad, e del PadFone, portando anche il Memo in due versioni.
Huawei lancia 3 dispositivi su tre tipologie di CPU, cercando di porsi come azienda non solo low-cost ma almeno mid-level con hardware di tutto rispetto (il quad core fatto in casa ne è la prova). Ma abbiamo già un ritardo per il top di gamma per luglio.
HTC riduce l’offerta a 3 dispositivi, un poco come Hauwei, ma di fascia alta, se non altissima. L’anno scorso aveva chiuso con il lancio del Rhyme e dell’Explorer per Vodafone.
Sony, senza Ericsson, a Barcellona lancia diversi dispositivi e ora sul mercato offre l’Xperia S. Al momento è l’unico prodotto presentato al MWC che si possa trovare sugli scaffali.
Panasonic, Sharp e NEC provano ognuna con un solo device per rientrare nel mercato della telefonia europea.
Tutti i “pagherò” si riveleranno fra Aprile e Giugno, evidenziando come Maggio sia già un mese caldissimo e confusionario.
Quale identità proporsi nei prossimi giorni come tecnofili incalliti? Prendere tempo e non buttare via quanto si adopera adesso.
Le aziende stanno portando importanti passi avanti su una piattaforma (Android) che ha portato negli ultimi due anni importanti numeri, sia di utenza che di vendite. Non smetteranno di certo di punto in bianco a supportare un progetto così grande in cui le uniche alternative di pari espressione siano legati a due aziende platealmente chiuse? La domanda suona retorica e vuole esserlo.
Da blogger e utente non dico di continuare a credere ciecamente nella forza di una community, connubio tra OEM, dev e utenti, ma di darsi una calmata perché il cambiamento di quest’anno è più importanti di quello da Froyo a Gingerbread, perché si passa da un semplice OS per telefonini a una nuova visione in cui Android potrebbe essere il prossimo OS per computer di ogni taglia.
Il nuovo Android 4.0 e il prossimo 5.0 sono la necessaria evoluzione, con la medicina dal gusto amaro, che non possiamo evitare ma che assaggiata non ci fa tornare indietro. Ditemi in quanti tornerebbero a Gingerbread o Honeycomb dopo aver messo ICS? Ne ho la prova fra diverse persone che giurano di usare piuttosto una versione piena di difetti che fare un downgrade.
Detto questo ribadisco che bisogna aspettarsi un inizio di primavera un poco tedioso e ansioso, in cui se avete l’update siete in preda a scatti di ira funesta per il riavvio ma dall’altro aspettate con gioia l’arrivo del prossimo fix, oppure se state aspettando di cambiare il vostro device siete vogliosi e smanianti di cose nuove che sullo scaffale del negozio sotto casa non trovate.
In entrambe i casi ora sapete che c’è da aspettarsi molto e non è di certo lo stesso telefonino che riceve meglio in galleria o fuori città. State aspettando un computer così personale che ve lo portate dietro ogni momento del giorno e che vi risponde in un attimo a molte vostre richieste, tra cui telefonare perfino.