
Lo streaming musicale è stato spesso additato come una sorta di piaga per l’industria discografica e per la sua crescita. Tuttavia, alcuni dati legati al 2018 hanno dimostrato come lo streaming musicale, soprattutto per merito di Spotify ed Apple Music, non solo abbiano fatto crescere l’intera industria ma anche i pagamenti verso gli artisti.
Il rapporto della Federazione internazionale dell’industria fonografica mostra che un aumento del 32,9% dei ricavi di streaming a pagamento ha contribuito a generare un aumento simile delle entrate totali dello streaming lo scorso anno. Lo streaming ora rappresenta il 46,9% dell’industria musicale.
Complessivamente, lo scorso anno il mercato della musica globale ha avuto una crescita del 9,7% rispetto al 2017, quantificabile in 19,1 miliardi di dollari. Le entrate derivanti dalla musica in streaming sono state di 8,9 miliardi di dollari, rispetto ai 6,7 miliardi del 2017. Lo streaming dunque è stato molto importante per l’industria musicale nel 2018.
A confronto, lo scorso anno i download di musica e le vendite di musica fisica sono diminuiti rispettivamente del 21,2% e del 10,1%. Alla fine del 2018, ci sono stati 255 milioni di persone in tutto il mondo che pagavano mensilmente la musica in streaming.
Il principale fornitore a livello globale è stato Spotify, con 87 milioni di abbonati paganti. Apple Music è arrivata seconda. Negli Stati Uniti, la crescita dei ricavi della musica in streaming è arrivata al 33,4% lo scorso anno, mentre le vendite di musica fisica (dischi, CD) sono diminuite del 22,1%.
Insomma, Spotify, Apple Music e tutti gli altri servizi di streaming musicale stanno dimostrando che il pagamento ricorrente mese dopo mese può essere una forma di guadagno molto importante e addirittura migliore rispetto alla vendita di singoli dischi in formato fisico.