
Samsung è stata di recente accusata da PACid Technologies, un’azienda che si occupa di sviluppare tecnologia legata alla crittografia dei dati, di violazione di brevetti avvenuta sui suoi smartphone top di gamma degli ultimi anni.
Nonostante il numero di brevetti che vengono depositati dalle grandi aziende di tecnologia sia in costante aumento, sono moltissimi quelli che, pur non essendo nelle loro mani, sono necessari alla realizzazione di smartphone, tablet e smartwatch. Nella maggior parte dei casi si raggiunge un accordo con il soggetto che li ha depositati per “il diritto di utilizzarlo dietro pagamento di royalties“.
PACid Technologies sostiene che Samsung ha utilizzato tre dei suoi brevetti biometrici senza ottenerne la licenza. Due dei brevetti sono stati depositati negli Stati Uniti e il terzo in Corea del Sud. Tutti e tre i brevetti hanno qualcosa a che fare con la tecnologia di crittografia.
L’accusa sostiene che Samsung abbia usato questi brevetti come aiuto nello sviluppo dei sensori per le impronte digitali, per il riconoscimento del volto e per gli scanner dell’iride. Gli smartphone specifici menzionati dall’accusa comprendono il Samsung Galaxy S6, il Galaxy S6 edge, il Galaxy S6 edge+, il Galaxy S7, il Galaxy S7 edge, il Galaxy S8 e il Galaxy S8+.
PACID Technologies afferma inoltre che i suddetti tre brevetti sono stati violati dal servizio di gestione delle identità di Samsung PASS e dal sistema di sicurezza aziendale mobile Samsung KNOX.
Insomma, un’accusa pesante e complessa che, per tale ragione, non è destinata a risolversi in periodi brevi. Non sono infatti i sensori biometrici sotto accusa ma la tecnica di sviluppo che Samsung ha utilizzato, un qualcosa di un po’ più difficile da dimostrare.