Google ha sempre controllato quali dispositivi vengono forniti con le sue Google Apps: non solo ha dei requisiti minimi per l’installazione ma ha anche un pacchetto base che deve venir installato per intero. Fino ad ora, è stata abbastanza indulgente nel consentire agli utenti di ROM custom di installarle.
Sfortunatamente, alcuni OEM hanno usato questa scappatoia a loro vantaggio, ignorando il processo di certificazione CTS di Google mentre spedivano i dispositivi con le Google Apps o incoraggiando spudoratamente gli utenti a scaricarle da store di terze parti. Secondo XDA Developers, questa scappatoia è stata chiusa.
I Google Play Services controlleranno presto la data di costruzione per una determinata immagine di sistema e, se tale data sarà successiva al 16 marzo, verrà bloccato dal completamento della procedura di accesso, sebbene gli utenti con le ROM custom possano registrare manualmente i propri dispositivi per un’esenzione.
Non sappiamo se questo influenzerà i dispositivi aventi il bootloader sbloccato di serie poiché anch’essi verrebbero riportati come “non certificati” nel Play Store. Per quanto ne sappiamo ora, il blocco si applica solo durante la procedura di accesso, quindi è possibile che i dispositivi di configurazione già esistenti o già configurati possano “passarla liscia”.
Inoltre, la maggior parte dei dispositivi dotati di installazioni Play Store non autenticate sono probabilmente smartphone più economici, i cui acquirenti hanno meno probabilità di avere il tempo o le risorse necessari per estrarre l’ID e risolvere il problema.
Ci sono comunque già soluzioni alternative. Magisk è in grado di ingannare la certificazione del dispositivo del Play Store, che è stata a lungo richiesta per installare Netflix. E se i Play Services si limitano a verificare una data di costruzione, potrebbe facilmente essere falsificato da OEM senza scrupoli.