Come sicuramente saprete, Samsung nei suoi smartphone top di gamma della linea Galaxy S è solita utilizzare SoC sviluppati sia in casa (per i modelli internazionali) che da Qualcomm (per USA, Cina e Giappone). Pur continuando questa tradizione anche con il Samsung Galaxy S9, potrebbe esserci una rivoluzione che favorirebbe noi utenti internazionali.
La versione internazionale di Samsung Galaxy S9 sarà più potente?
Sembra infatti che il SoC Qualcomm Snapdragon 845, principale indiziato per essere integrato sul Samsung Galaxy S9, verrà realizzato da Samsung con un processo di produzione a 7 nm. Il Samsung Exynos 9810 invece è previsto con un processo produttivo di 6 nm.
Potrebbe sembrare una differenza sottile ma, considerando che all’interno di una CPU sono presenti miliardi di transistor, anche la riduzione di 1 nm comporta una grande differenza sia dal punto di visto delle prestazioni che dei consumi energetici. Ovviamente Samsung non vorrà una disparità troppo ampia fra i due modelli, motivo per cui potrebbe “de-potenziare” il proprio SoC.
Qualcomm ha bisogno di un elevato numero di unità
Ma perchè il Qualcomm Snapdragon 845, visto che verrà prodotto ancora una volta da Samsung (con la compartecipazione di TSMC), non sfrutterà il nuovo processo a 6 nm? La risposta è da ritrovarsi nell’efficienza della produzione. Dal momento che il processo a 7 nm è già ampiamente rodato, si riesce a produrre un numero maggiore di SoC.
A differenza del Samsung Exynos 9810, il SoC di Qualcomm verrà implementato su molti altri smartphone oltre al Samsung Galaxy S9, per cui Qualcomm ha necessità di avere un buon numero di unità pronte al fine di evadere in fretta gli ordini dei vari produttori (LG in primis).