
Al Google I/O 2017 abbiamo assistito a un tentativo di miglioramento del sistema operativo Android in generale, con l’introduzione della nuova variante Android GO pensata per tutti gli smartphone aventi 512 MB o 1 GB di RAM o comunque un costo inferiore ai 100 dollari. Tuttavia, il grosso del lavoro per l’ottimizzazione di questo genere di software non verrà solamente da Google.
Il colosso di Mountain View ha infatti alzato gli standard minimi di qualità per far sì che una determinata applicazione sia presente sul Play Store. In pratica, se un’app si posiziona in basso nella classifica, essa potrà venire installata dall’utente ma molto difficilmente verrà trovata, visto che verrebbe eliminata dal motore di ricerca interno.
Fra i parametri che adesso Google prende in considerazione nel classificare un’app sul Play Store troviamo:
- Numero di volte che un’applicazione “non risponde”
- Numero di volte che è andata in crash
- Quante volte un’app non permette di far andare in deep sleep uno smartphone
- Quante volte un’app ha risvegliato lo smartphone dal deep sleep in un’ora
- App che funzionano a meno di 60 fps
- Rallentamenti vari durante l’utilizzo
Google pronta a prendersi la rivincita nei confronti di Apple
Insomma, Google sta facendo in modo che lo sviluppo portato avanti dagli sviluppatori di terze parti sia di alto livello, indipendentemente dall’applicazione presa in considerazione. Questo concetto può essere ricondotto a una battaglia di qualche anno fa con l’App Store di Apple, la cui qualità delle app era considerata migliore rispetto al Play Store.
Al momento non sappiamo esattamente quali sono le applicazioni che non rientrerebbero in questo nuovo ranking di Google ma probabilmente ce ne potremo fare un’idea vedendo il numero e la qualità degli aggiornamenti che verranno rilasciati nei prossimi mesi.