La novità più interessante che è stata introdotta con il Samsung Galaxy Note 7 è sicuramente lo scanner dell’iride. Si tratta di una tecnologia che permette di aggiungere un ulteriore livello di protezione ai nostri dati, visto che è praticamente impossibile sia da copiare che da hackerare.
Stando a quanto dichiarato da D.J. Koh, presidente della divisione Samsung Mobile, il processo di sviluppo e di integrazione di questa tecnologia ha preso 3 anni e in futuro, man mano che gli investimenti verranno ripagati e che i costi si abbasseranno, la propria azienda potrebbe implementarla anche nella fascia media.
Lo scanner dell’iride dovrebbe quindi seguire la medesima strada che è stata percorsa appena un anno fa dal sensore di impronte digitali. Esso inizialmente era disponibile solamente sulla fascia top degli smartphone ma, man mano che è passato il tempo e che la concorrenza si è fatta più agguerrita, è approdato anche nella fascia media.
L’arrivo dello scanner dell’iride nei medio gamma di Samsung dipende solo dal colosso coreano. Il suo arrivo invece nel resto della concorrenza dipende soprattutto da Google e dallo sviluppo di Android: se la nuova versione supporterà nativamente il sensore come succede con Marshmallow e la feature Nexus Imprint, allora vedremo allargato il numero di smartphone che adotteranno lo scanner dell’iride.