A marzo, in una serrata guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, il CEO di Huawei, Richard Yu, ha dichiarato di disporre di un sistema operativo di backup pronto per l’implementazione se non fosse possibile utilizzare Android per qualsiasi motivo. La ragione è arrivata la settimana scorsa, quando il Dipartimento del Commercio ha effettivamente messo in atto un divieto di importazione contro il secondo marchio mondiale di smartphone, impedendo a milioni di telefoni di ricevere aggiornamenti software.
Sebbene il divieto sia stato sospeso fino a metà agosto, Yu ha ora predisposto un piano di implementazione per quel sistema operativo di backup. Il cosiddetto software “Piano B” si presenta sotto forma di un sistema operativo unificato che si farà strada verso telefoni, computer, tablet, televisori, automobili, dispositivi indossabili e altri prodotti.
Funzionerà anche con le app Android e le app Web: un’app Android ricompilata per il sistema operativo Huawei si dice che abbia un rendimento del 60% più veloce. Il roll-out potrebbe iniziare già in autunno e continuare fino alla primavera.
Sono stati diffusi resoconti sugli sforzi di Huawei per costruire un sistema operativo alternativo su Android da almeno 3 anni. Non è noto se il software sarà un fork di AOSP (essendo un progetto open source, la società è libera di utilizzare in ogni caso) in stile Fire OS di Amazon.
Huawei potrebbe anche scegliere di utilizzare un’altra base e implementare un runtime Android come è stato fatto con il BlackBerry OS 10 di derivazione Unix. In ogni caso, stiamo ancora facendo delle ipotesi senza avere alcuna certezza.
Le dichiarazioni di Yu hanno seguito una conferenza stampa con il fondatore dell’azienda, Ren Zhengfei, su come verranno gestite le crescenti sfide.