Con la presentazione del Galaxy Fold, Samsung ha aperto ufficialmente la corsa allo smartphone flessibile. Al momento al club di coloro che ne hanno presentato uno si è aggiunta solo Huawei con il suo Mate X ma l’obiettivo di Samsung è espandere l’ecosistema fornendo i propri display flessibili ad altre aziende.
Secondo gli esperti del settore, Samsung ha fornito dei display flessibili di test a due colossi come Google ed Apple caratterizzati da una diagonale massima di 7,2 pollici. Non si tratta quindi dello stesso display equipaggiato dal Galaxy Fold, dal momento che esso ha una diagonale massima di 7,3 pollici.
Anche se potrebbe sembrare una differenza insignificante, potrebbe anche derivare dal fatto che Samsung ha fornito apparentemente solo il pannello e un set comprendente i driver e i connettori.
Samsung dunque è disposta a sacrificare un po’ di esclusività per far crescere l’ecosistema dei display flessibili il più rapidamente possibile. Ha fatto la stessa cosa l’anno scorso quando ha fornito campioni di display flessibili ai produttori cinesi come Xiaomi e Oppo, mentre Huawei ha finito con rivolgersi a BOE per il suo primo telefono pieghevole, il Mate X.
Ricordiamo che Samsung, seppur adesso sia maggiormente conosciuta per la sua linea di smartphone, ha un intero mercato da dominare nel mondo degli schermi grazie alla sussidiaria Samsung Display. Al momento essa fornisce la maggior parte dei display presenti negli iPhone e, se dovesse accaparrarsi anche il mercato degli schermi flessibili, allora a Samsung non interesserebbe più l’esclusività del Galaxy Fold.
Tra l’altro, Google in passato ha annunciato ufficialmente di stare lavorando attivamente con Samsung per rendere Android compatibile con gli smartphone flessibili, eliminando quindi gran parte del lavoro di ottimizzazione dei singoli produttori.