Quando si è alle prese con un hard disk non funzionante, il primo pensiero va alla necessità di recuperare i dati: il panico che deriva dalla paura di aver perso tutti i propri file e la fretta di recuperarli possono indurre a mettere in atto comportamenti sbagliati, che rischiano di provocare più danni di quelli a cui si vorrebbe rimediare. La tentazione è quella di cercare su Internet delle soluzioni rapide ed efficaci, ma non di rado il pericolo che si corre è quello di imbattersi in consigli sbagliati, forniti da chi non è un vero esperto, o comunque in falsi miti da cui sarebbe meglio tenersi alla larga.
Colpire il disco
Uno dei suggerimenti più frequenti, ma ovviamente ed evidentemente non adeguati, è quello che prevede di dare dei piccoli colpi al disco. Non è chiaro in che modo questo tentativo dovrebbe favorire il Recupero Dati Hd, ma di certo è meglio non provarci. Un comportamento di questo tipo si rivela pericoloso in modo particolare nel caso in cui il problema sia dovuto a un danneggiamento della testina che non è più in grado di leggere la superficie del disco. Naturalmente, se si colpisce l’hard disk, la sola conseguenza plausibile è che esso subisca ulteriori danni.
Colpire il computer
Meglio evitare di far cadere il computer portatile che non funziona: sul web c’è chi suggerisce di provare questa strada – per esempio facendo cadere il notebook sulla scrivania o su un’altra superficie – ma non esistono riscontri concreti all’efficacia di questa azione. Come si è visto in precedenza, anche in questo caso la sola conseguenza con cui si potrebbe avere a che fare sarebbe quella di causare una quantità di danni ancora maggiore al dispositivo, anche perché sul fondo di un portatile di solito sono presenti la memoria Ram oltre all’hard disk.
Una camera bianca casalinga
Un terzo rimedio “fai da te” che deve essere assolutamente evitato è quello che prevede di provare a creare una sorta di camera bianca casalinga: ovviamente il tentativo è destinato a fallire. Per chi non lo sapesse, la camera bianca non è altro che un locale incontaminato in cui l’aria è purificata grazie a dei filtri ad hoc: si tratta di una location priva di umidità e praticamente senza polvere, controllata in modo rigoroso per evitare che, al momento dell’apertura degli hard disk, si possano depositare delle particelle sulle loro superfici. Anche se su Internet ci si può imbattere in video tutorial e in articoli che rivelano le procedure da seguire per realizzare una camera bianca, tale procedura è da evitare perché aprire un hard disk in un luogo non consono potrebbe rappresentare il colpo di grazia per il suo funzionamento: e a quel punto recuperare i dati contenuti sarebbe effettivamente impossibile. Nel momento in cui dei granelli di polvere dovessero finire sul disco, che si muove a una velocità di 7200 giri al minuto, la superficie verrebbe rovinata in modo definitivo.
Mettere l’hard disk in freezer
L’hard disk non è un pollo, eppure c’è chi consiglia di metterlo in freezer per favorire il suo ritorno alla funzionalità. Non si deve fare, mai! Secondo i presunti esperti che suggeriscono questo metodo, nel momento in cui il disco viene congelato esso è sottoposto a un restringimento delle componenti metalliche che potrebbe fare in modo che l’hard disk torni a funzionare. Non esistono prove scientifiche e concrete a supporto di tale tesi.
Scaricare un programma per il recupero dei dati
Infine, l’ultimo comportamento pericoloso che non deve essere adottato quando si ha a che fare con un hard disk rotto è quello relativo al download da Internet di software per il recupero dei dati. Tali programmi, infatti, potrebbero essere in grado di ripristinare i file eliminati, ma in ogni caso non permettono di riparare i danni subiti dal disco.