A fine Novembre il Google Pixel 2 XL sarà l’unico smartphone “made in Google” che arriverà ufficialmente nel nostro mercato. Esso ha tutte le carte in regola per competere con gli smartphone concorrenti anche se, purtroppo per noi, il prezzo di vendita non è dei più economici.
Nelle scorse ore i ragazzi di iFixit hanno proceduto al loro classico teardown, rivelando alcune informazioni molto interessanti sul grado di riparabilità. A differenza della concorrenza che, negli ultimi anni, ha reso sempre molto difficile la riparazione degli smartphone per via dell’utilizzo di scocche in vetro poco resistenti o di colla fra le componenti, il Google Pixel 2 XL ha ottenuto il punteggio di 6 su 10.
I vantaggi in termini di riparabilità del Google Pixel 2 XL sono dati dalla modularità delle componenti interne e dall’utilizzo di appena 9 viti con testa standard al posto della colla. Ciò significa che è possibile procedere alla sostituzione delle componenti in maniera alquanto semplice.
L’unico problema riscontrato è nella batteria, il cui ancoraggio alla scocca è dato da un po’ di colla difficile da mantenere intatta dopo la rimozione.
Pur avendo un grado di riparabilità sopra la media, è bene ricordare che anche la semplice apertura della scocca costituisce un qualcosa che invalida immediatamente la garanzia legale. Trattandosi di uno smartphone da quasi 1000 euro, è bene pensarci su molte volte prima di procedere al suo disassemblaggio.
Prima di lasciarvi, vi vogliamo ricordare che sui Pixel 2 è presente il Pixel Visual Core, il primo chip sviluppato da Google. Di esso purtroppo il teardown non ha rivelato molto se non il codice di serie SR3HX X726C502.