Abbiamo appena terminato di parlarvi di Microsoft e della sua volontà di implementare Cortana anche nel settore IoT che, pur rimanendo in argomento, cambiamo concorrente. Spostandoci sul fronte Google, nelle scorse ore è stato annunciato ufficialmente il nome commerciale del sistema operativo dedicato al settore IoT. Stiamo parlando di Android Things.
Ma Google non aveva già il suo Android Brillo e Weawe? In effetti, Android Things è un’evoluzione di Android Brillo e Weawe (il sistema che mette in comunicazione l’hardware con il software) e poi, commercialmente parlando, Android Things è molto più semplice da ricordare.
Dal punto di vista tecnico, insieme col nuovo nome vi è stato anche il rilascio di un’altra Developer Preview al fine di consentire agli sviluppatori di prendere confidenza con la nuova piattaforma. Tuttavia, ancora in queste Developer Preview manca il pezzo fondamentale: l’integrazione con Google Assistant.
Google ha una roadmap relativa ad Assistant veramente molto precisa. Vi ricordate qualche giorno fa quando vi abbiamo comunicato che l’assistente digitale è stato aperto ufficialmente per l’utilizzo con applicazioni di terze parti? Ebbene, quell’aggiornamento sarà alla base di Android Things e del suo funzionamento con un numero di dispositivi IoT che crescerà a dismisura nel tempo. Ad esempio, nel 2020 sono previsti circa 10 miliardi di dispositivi IoT costantemente connessi ad internet.